Lo dice una ricerca elaborata alla fine dello scorso anno dall’Istat: il Diversity Management è un tema che coinvolge sempre di più le aziende italiane. Nel 2019 il 20,7% delle imprese ha adottato almeno una misura pensata per gestire le diversità in azienda, una percentuale che si alza al 34% se si guarda alle aziende con più di 500 dipendenti, mentre si ferma al 19,8% nelle realtà che hanno fra i 50 e i 499 collaboratori.
Lo dice una ricerca elaborata alla fine dello scorso anno dall’Istat: il Diversity Management è un tema che coinvolge sempre di più le aziende italiane. Nel 2019 il 20,7% delle imprese ha adottato almeno una misura pensata per gestire le diversità in azienda, una percentuale che si alza al 34% se si guarda alle aziende con più di 500 dipendenti, mentre si ferma al 19,8% nelle realtà che hanno fra i 50 e i 499 collaboratori. E che il tema sia centrale in questo periodo lo dimostra anche il “termometro” delle professioni che Linkedin stila ogni anno: nel 2020 le ricerche di personale con questa competenza è cresciuto del 90% rispetto all’anno precedente e a essere ricercate sono figure come il coordinatore per la diversità o l’assistente per l’inclusione.
Di cosa parliamo quando parliamo di Diversity Management?
Età, genere, appartenenza religiosa, origine geografica, orientamento sessuale o disabilità: sono numerose le forme di diversità che si presentano in un contesto aziendale, ognuna con le sue specificità e i suoi problemi. Molte sono da tempo al centro dell’attenzione, pur non avendo ancora trovato una soluzione soddisfacente, come le differenze e le discriminazioni legate al genere; altre, come quella che riguarda l’età delle persone, si stanno affacciando ora alla riflessione. Invece sembra ormai patrimonio comune la gestione delle disabilità: secondo una ricerca condotta nel 2018 da AstraRicerche per ManagerItalia,l’82,5% dei manager afferma di non aver mai osservato fenomeni di esclusione a danno dei disabili, mentre l’88,2% dichiara che gestire un disabile impone un miglioramento gestionale e organizzativo che va a vantaggio di tutti i lavoratori.
Perché puntare sul Diversity Management?
La diversità è ricchezza e valorizzare le differenti esperienze presenti nel contesto lavorativo migliora le performance aziendali: secondo molte ricerche, il tema è ormai patrimonio condiviso, come dimostra l’aumento delle presenza di figure di Diversity Manager in molte aziende. Spesso, però, il Diversity Manager non basta: su questi temi è necessario un cambiamento della cultura manageriale aziendale, in modo che l’accettazione della diversità sia un patrimonio condiviso e non semplicemente un’etichetta. Sempre l’indagine condotta da AstraRicerche contiene a questo proposito un elemento significativo: la maggioranza dei manager intervistati ritiene che non sia indispensabile avere un Disability Manager, ma che serva piuttosto il Disability Management.
Due libri per riflettere
Il primo è di Giuditta Alessandrini e Marcella Mallen: "Diversity Management. Genere e generazione per una sostenibilità resiliente" (Armando editore). L’altro, invece, è di Alessandra Romano: "Diversity and Disability Management. Esperienze di inclusione sociale" (Mondadori).