Nell’organigramma di Facebook la posizione del Director of Remote Working è già comparsa, segno inequivocabile del fatto che questa figura professionale sarà uno dei lasciti della pandemia 2020. A confermarlo è il fatto che Università prestigiose come Stanford e le più riconosciute piattaforme di contenuti formativi, tra cui Coursera, abbiano già inserito corsi come “How to manage a remote team”. Insomma, se lo smart working (ma forse sarebbe meglio definirlo lavoro da remoto) è il fenomeno dell’anno 2020, non poteva non lasciare tracce durature.
Nell’organigramma di Facebook la posizione del Director of Remote Working è già comparsa, segno inequivocabile del fatto che questa figura professionale sarà uno dei lasciti della pandemia 2020. A confermarlo è il fatto che Università prestigiose come Stanford e le più riconosciute piattaforme di contenuti formativi, tra cui Coursera, abbiano già inserito corsi come “How to manage a remote team”. Insomma, se lo smart working (ma forse sarebbe meglio definirlo lavoro da remoto) è il fenomeno dell’anno 2020, non poteva non lasciare tracce durature. E così il Remote Work Manager potrebbe essere la figura professionale del 2021, una posizione interessante per chi voglia pensare a una nuova tappa della propria carriera. I corsi citati possono essere utili, ma sicuramente aver lavorato in aziende che hanno implementato lo smart working, avere competenze di gestione del cambiamento e in programmi di sviluppo organizzativo sono requisiti che possono favorire la transizione.
Promosso, ma con riserva
Lo smart working, a cui quasi tutte le aziende italiane hanno dovuto convertirsi in tempi brevissimi, ha sicuramente incontrato il favore di gran parte dei lavoratori, ma, allo stesso tempo, ha mostrato parecchie criticità: inizialmente più tecniche, quando si è trattato di "traghettare" tutta la popolazione aziendale sul digitale, in seguito anche di motivazione, engagement, team building, difficoltà a gestire il lavoro da casa insieme ad altri impegni, come per esempio le lezioni dei figli. Tali problemi si sono rivelati ancora più acuti per chi lavora esclusivamente da casa, perdendo così le relazioni e le ritualità della vita da ufficio. Insomma, da un giorno all’altro ci si è trovati a passare da un’organizzazione basata sul tempo a una in cui diventano essenziali i risultati, l'agire per obiettivi. E se lavorare da casa per molti non è stata una passeggiata, gestire un team da remoto ha richiesto una profonda mutazione delle competenze manageriali.
Qualche consiglio
Attualmente, con la seconda ondata in corso e poche certezze sul ritorno alla normalità, diventa ancora più essenziale trovare il modo migliore per motivare ed essere vicini al proprio gruppo di lavoro, consapevoli che l’entusiasmo dei primi momenti si è un po’ affievolito e che potrebbero essere subentrate la fatica dovuta all’isolamento e la preoccupazione per le sorti del proprio posto di lavoro. In questa fase è dunque fondamentale essere vicini al proprio team in modo più collaborativo e meno dirigistico, facendo percepire la propria attenzione e comprensione. Secondo gli esperti, in un momento come questo la cosa più importante è creare un ambiente in cui le persone si sentano libere di condividere le proprie ansie e paure, ma anche proposte per lavorare meglio; in cui, invece di mail pressanti con le diciture "ASAP" o "URGENTE" scritte in maiuscolo (che, secondo molti studi, ottengono il risultato contrario), ci si confronti in grande trasparenza sui tempi di consegna del progetto e sulle difficoltà incontrate. Insomma, più ascolto e meno ordini per portare il lavoro nel remote working del futuro.
Vuoi approfondire?
Leggi i nostri consigli per combattere l'isolamento del remote working: Come combattere la solitudine dello smart worker